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La Villa e l'arroganza del potere
Franco Isman
Il Belvedere
Il Belvedere, ma i restauri slittano per un appalto disastroso - foto Franco Isman

Armando-uniti si vince- riferisce che nella seduta consiliare del 21 marzo il consigliere Montalbano (PD) “denuncia che il consorzio PARCO VILLA REALE, presidente il sindaco, non ha ancora in gestione la VILLA e che le pratiche devono ancora essere espletate, il direttore PETRAROIA ha delegato a Infrastrutture Lombarde la gestione del bando senza essere proprietario”; ma è possibile? Commenta il nostro bravo cronista.

La notizia è stata riportata in prima pagina da il Cittadino di oggi con titolone a quattro colonne “Villa reale, bando tutto da rifare?” ed un fondo del direttore Losa. Da parta sua MBNews, quotidiano on line di Monza e provincia, titola “Monza. Villa Reale, un vizio procedurale fa saltare il bando? Regione smentiscee spiega: “Dito puntato contro il Consorzio, ente presieduto dal sindaco di Monza, Marco Mariani, che nacque per facilitare la gestione di Parco e Villa, il quale non avrebbe potuto affidare a Infrastrutture Lombarde l'assegnazione del bando in questione. Perché? Il difetto pare essere prettamente temporale: al momento della formalizzazione della gara, il Consorzio non disponeva della reggia del Piermarini, dato che i quattro proprietari (Monza, Milano, Regione e Stato) non avevano burocraticamente espletato il passaggio di consegne a favore dello stesso Consorzio.”

Questo gravissimo abuso era stato rilevato, verificato e segnalato da Arengario il 13 novembre 2010 con l'articolo La truffa della Villa Reale assieme ad altri tre gravi errori ed omissioni, ciascuno dei quali dovrebbe comportare l'annullamento del concorso. Non si tratta di semplici errori di forma sanabili ex post ma di veri abusi di potere commessi da chi evidentemente si ritiene al di sopra delle regole.

Rimandiamo all'articolo segnalato per una compiuta trattazione della questione ma riportiamo di seguito i quattro gravi abusi:
Primo. Il Comune di Monza non aveva all'epoca formalmente trasferito al Consorzio le sue proprietà (e si sta dando da fare in questi giorni !) ed il Consorzio quindi non ne aveva la disponibilità.
Secondo. Il Consiglio di gestione del Consorzio (composto allora da tre membri) non aveva i poteri per una decisione di tal fatta, che, ai sensi dello statuto, è di competenza dell'Assemblea dei consorziati.
Terzo. Nel documento approvato dal Consiglio di gestione del Consorzio nulla è detto sulla durata della concessione (30 anni rappresenta un massimo previsto dalla legge) e sul canone di concessione indicati rispettivamente nel bando e nello schema di contratto di concessione predisposti da Infrastrutture Lombarde con sua autonoma decisione.
Quarto. Il Consorzio è stato costituito in data 20 luglio 2009 con durata ventennale e non può quindi prendere impegni trentennali che scadrebbero nel 2041 e cioè 12 anni più tardi.

Franco Isman



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  24 marzo 2011